
“Vi svelo un segreto: amo il mio lavoro!”
Quante volte mi sono sentita dire “Ma chi te lo fa fare?” oppure “Ah sei educatrice? Che bello! Quanta pazienza devi avere!” Vorrei raccontarvi cosa significa per me fare l’educatrice, riportandovi qui la mia personale esperienza dopo cinque anni di lavoro in un Asilo nido. Ricordo ancora i giorni in cui dovetti decidere cosa fare del mio futuro, scegliere in quale scuola diplomarmi…il momento in cui uno pensa: “Oddio, cosa voglio fare da grande?” Se pur un po’ spaventata e comprendendo le difficoltà dettate soprattutto dalla tenera età, questa scelta fortunatamente non mi ha turbata più di tanto, le idee erano già ben chiare: “Voglio lavorare con i bambini!”. Durante il mio percorso di studi ho avuto modo ti toccare con mano il lato “pratico”, svolgendo ogni anno un tirocinio e questo senz’altro ha confermato e rafforzato la mia volontà di continuare nella direzione intrapresa.
Non sono certo mancate le difficoltà anzi, terminati gli studi sembrava quasi impossibile inserirmi in questo mondo. Le richieste e i curriculum inviati non venivano presi in considerazione. Iniziavo un po’ a rassegnarmi lo devo ammettere, avevo paura di aver sbagliato, forse non ero pronta o non ero adatta, eppure ce l’avevo messa tutta. Perché non potevo almeno provarci? Dimostrare che quello per cui avevo studiato era realmente quello che volevo fare? Fortunatamente, come nelle favole più belle, il lieto fine è arrivato, la chiamata tanto attesa che mi confermava l’esperienza tanto desiderata.

L’inizio di questa esperienza è stato l’affidamento di gruppo di diverse fasce di età. Bambini che si riunivano nel pomeriggio, terminato l’orario del riposo, e tra giochi, attività e canzoni si attendeva il termine della giornata per riabbracciare i propri genitori.
Dopo quasi un anno invece, con l’inizio del nuovo corso scolastico ecco il primo affidamento di una sezione i nuovi arrivati, i Lattanti, di cui alcuni davvero piccoli (parliamo anche di sei mesi), con l’obbiettivo di percorrere insieme tutta la loro crescita, le loro conquiste, i primi passi, le prime parole fino al passaggio nella scuola dell’infanzia.
Tre anni passati tra progetti educativi imparando a stimolare i loro sensi, sviluppare i loro interessi nel mondo che li circonda, effettuare attività attraverso esperienze giornaliere come la lettura di libri, una canzone o un piccolo spettacolo teatrale con i bambini protagonisti.

Non dovrei dirlo ma alla fine di questi anni non è facile, crei un legame forte con ogni singolo bambino, anche se sei consapevole che il lattante che hai incontrato è diventato un “grande” e i percorsi dovranno dividersi. In questi anni mi sono messa in gioco e non pensate che l’insegnamento lo diamo solo noi educatrici, in realtà è un’esperienza reciproca che con ogni bambino/a viviamo nella quotidianità, io mi dico sempre: “il bambino educa alla pari dell’educatore, ma lo fa con strumenti diversi da quelli di un adulto”.
Impariamo a conoscerli, a guardarli e ascoltarli in tutto ciò che accade nel loro piccolo mondo, osserviamo la magia di quel che accade lì dove passano gran parte delle loro giornate: il loro asilo nido.

Può sembrare semplice: si pensa ai giochi, ai canti, nulla di impegnativo insomma. In realtà c’è dietro un lavoro complesso, tante cose non vengono prese in considerazione, ma essere educatrice significa entrare ogni giorno in punta dei piedi nella vita di famiglie che lasciano fra le nostre braccia ciò che hanno di più prezioso.
Per quanto mi riguarda è uno dei mestieri più belli al mondo, che richiede impegni e sacrifici, ma l’affetto che ti regalano i bambini, gli abbracci stretti che a volte sembrano essere infiniti o le lacrime mischiate alle tue, raccontano molto di più di un semplice contratto di lavoro!
Shake your mind
Federica

Mi chiamo Federica e ho 25 anni. Mi sono diplomata come Tecnico dei Servizi Sociali. Lavoro come educatrice presso l’Asilo Nido di Gorgonzola dal 2015. In questo articolo ho cercato di percorrere dall’inizio ad oggi la mia esperienza personale come educatrice.
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