
L’ARMADIO DEI RICORDI
Ad inizio Febbraio ho visitato la solita fiera dei tessuti e, mentre facevo passare le tirelle con i vari campioni, uno in particolare ha attirato la mia attenzione. Si trattava di una fantasia che ha fatto riaffiorare in me un sacco di ricordi legati alla mia infanzia, un quadretto Vichy bianco e blu scuro.
Era la stessa fantasia del tubino che indossava mia mamma, circa 30 anni fa. Ricordo ancora perfettamente il modello, era semplice, senza maniche con una scollatura tonda e ampia. Ci sono particolarmente affezionata perché io ho voluto lo stesso modello in miniatura! Avevo circa tre anni ma le idee molto chiare. Mia mamma, che è sempre stata una che le mode le anticipava, me lo aveva fatto fare uguale dalla sarta! Lo ricordo come un bellissimo momento di condivisione, amore, divertimento e soprattutto come uno degli abiti che ho più sfruttato da piccolina. Perché se una cosa ti piace tanto, non la vuoi mai togliere e la vorresti indossare sempre.

Lo vedo anche oggi con mia nipote e la sua gonnellina preferita, fosse per lei non la toglierebbe mai. Purtroppo quando crescono, i bambini, un po’ la perdono questa cosa e iniziano ad essere influenzati dai compagni di scuola, dalle pubblicità e dalle vetrine in continuo cambiamento e vogliono sempre abiti nuovi, quasi come a non voler indossare un vestito due volte perché già visto. Per questo motivo, credo che sia importante, fin da subito, insegnare ai bambini il valore dei vestiti, che è meglio comprare meno ma di qualità e non sostenere il fast fashion.
Indossare più volte un abito è bello anche perchè, attorno a quel capo, si può creare una bella storia che poi rimarrà nella mente e nel cuore, proprio come è capitato a me con quel vestito. Ne ho citato uno per farvi un esempio, ma ho anche tanti altri abiti nel cuore che collego a determinati periodi della mia vita.
Questa giacchina di Moschino era di mia mamma, mi piaceva così tanto che appena ho potuto ho iniziato a metterla io 🙂 Ora è conservata nello “scatolone dei ricodi” è un po’ rovinata per indossarla ancora. Foto ieri (2000) oggi (2020)
Poi se si acquistano capi che durano nel tempo e ce ne prendiamo cura, anche se i bambini crescono in fretta, si può pensare di passarli ai fratellini, sorelline, cuginetti più piccoli e farli rivivere con loro. Quando poi si cresce con questi principi, capiterà più spesso di recuperare un vecchio abito di mamma o addirittura nonna e indossarlo come fosse nuovo. Questo perché la moda è ciclica, i pantaloni a zampa che s’indossavano negli anni ’70 ora sono tornati di moda, oppure come non citare la vita alta? In più un capo “ereditato” ha un valore affettivo che uno nuovo, per quanto bello, non può dare.

Io amo indossare una vecchia camicia bianca che apparteneva a mio nonno, lui si è sempre fatto fare i vestiti con tessuti di qualità, infatti sembra nuova, è bastato rifare il colletto, un po’ troppo inamidato e il gioco è fatto.

Nella presentazione del mio marchio, alla fine, mi piace scrivere che “ogni mio abito racconta una storia, fatta di sogni e grandi ideali, che si concretizzano nella componente sostenibile e artigianale del brand”. Mi piacerebbe che la storia che io racconto con un vestito, diventasse anche quella di ognuno di voi, che si arricchisse dei vostri ricordi. Mi piacerebbe creare quegli abiti che i bambini non vorrebbero più togliersi, che rimangono nel loro cuore e ai quali, ognuno di loro, assocerà una storia diversa.
Shake your mind!
Carlotta

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