
Abitare è essere ovunque a casa propria

Che significa? Cosa intende comunicare Ugo La Pietra? Spinta da queste domande, ho ritagliato un pomeriggio di fine Dicembre per andare a cercare delle risposte. Ugo La Pietra è un artista e architetto italiano che ho scoperto tramite la mia amica Giulia, che ben conosce la mia continua ricerca di nuovi spunti e stimoli sui temi dell’abitare. È Bergamo che ospita le sue opere presso l’Accademia Carrara e presso il GAMec, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea.
Ingresso Accademia Carrara GAMec
Non avevo nessuna idea di ciò che mi avrebbe accolta ed ero molto curiosa di incontrare l’arte di La Pietra. All’interno dell’Accademia Carrara l’artista prende parte alla mostra proponendo quattro installazioni che dialogano con i capolavori dell’arte italiana del Trecento e del Quattrocento.
“Segnali Naturali” è dedicata alla “Madonna con il bambino” di Jacopo di Antonello del 1480. L’artista realizza le ciliegie dipinte nel quadro, con il vetro soffiato di Murano.
Segnali Naturali e Madonna con il bambino
È stato quindi possibile assaporare questi incontri tra passato e presente, ma tutta la mia curiosità è stata senza dubbio assorbita dal progetto speciale che La Pietra ha proposto in una sala all’interno della mostra.
Uno dei temi di studio dell’artista e architetto è la cittadinanza e come questa si possa identificare attraverso i luoghi che anima. Essendo la sua installazione accolta nel museo di Bergamo, essa vede come protagonista questa città ma è replicabile per qualsiasi altro territorio. Nella stanza erano presenti due tavoli con le sedie, su ogni tavolo vi erano dei tratto pen, le mappe della città di Bergamo e dei lucidi.
Sulla parete centrale era proiettato un contributo audiovisivo tratto dal film, “La riappropriazione della città” ed. Centre Georges Pompidou, Paris 1977. Il video trasmetteva sul finale la spiegazione di ciò che il fruitore poteva poi realizzare con gli strumenti proposti sul tavolo: “la riappropriazione della città: i propri itinerari, 1975/2019” a cura di Ugo La Pietra con Lucio La Pietra. Le istruzioni erano molto semplici: prendere il foglio da lucido, sovrapporlo alla mappa codificata di Bergamo, segnare i propri itinerari preferenziali, firmare la mappa. Ed ecco realizzata la propria mappa della città.
Dal video: “ci sono tante Bergamo per quanti sono gli abitanti di Bergamo.”
crea la tua mappa della città istruzioni dal contributo audiovisivo dal contributo audiovisivo
Incuriosita dal concetto di città e abitare di La Pietra, non mi resta che approfondire. Acquisto quindi il suo libro e visito anche la GAMec, in cui sono presenti altri contributi audiovisivi di La Pietra.

La Pietra fin dagli anni Sessanta esplora i significati del concetto abitare. Il punto di partenza è la realtà, l’ambiente in cui si vive. L’esperienza quotidiana di ogni individuo è la base su cui costruire un processo di identificazione e quindi partecipazione diretta. Lui stesso definisce questa disciplina “Abitare la città”. Riappropriarsi della città. Conferire significato e valore al territorio, cercando di viverlo come protagonisti.
Molto interessante anche il rapporto tra spazio privato e spazio pubblico. Al giorno d’oggi vi è la necessità di stare in uno spazio privato ma nello stesso tempo accedere in uno spazio collettivo e prenderne parte.
Dal libro: “abitare vuol dire dare significato, espandere la propria personalità; è in questo senso che ho sviluppato negli anni ambienti, oggetti e segni: per fornire strumenti utili alla riappropriazione dell’ambiente pubblico sia dal punto di vista mentale che fisico.” U. La Pietra
La Pietra collega, connette, unisce. Per lui vi sono azioni pratiche e concrete che coesistono all’interno di un sistema relazionale che chiama “disequilibrante”, aperto alla contaminazione e allo scambio. In cui ogni individuo porta sé stesso, la propria personale ed emotiva esperienza all’esterno.
Un altro aspetto che mi ha interessata molto è l’attenzione al “locale”. Sostantivo che etimologicamente deriva dal latino localis, der. di locus che significa ‘luogo’. I propri luoghi, i propri spazi di vita, il proprio quartiere, la propria casa. Per innescare un cambiamento o un nuovo approccio alla realtà, penso che, partire da ciò che è più prossimo e contingente a noi sia sempre la strada più efficace. Un continuo lavoro tra interno ed esterno che crea ponti ma che vuole anche cucire gli strappi.

Parallelamente allo sviluppo di queste teorie viene valorizzato il cosiddetto Genius Loci, lo spirito del luogo.Con questo termine si intende radunare tutti i significati del luogo, si sottolinea l’interazione tra luogo e identità. Aspetti che sicuramente influenzano la progettazione del luogo stesso.
Dal libro: “la costruzione di cui parlo non è quella della propria casa quanto della propria vita la quale non può essere realizzata solo nello spazio privato ma deve esserlo anche nello spazio pubblico.” U. La Pietra
Per quanto queste parole e questi concetti possano essere già diffusi e stati affrontati negli ultimi anni, ritengo che aver avuto la possibilità di ascoltarli nuovamente sia stato molto utile. È sicuramente positivo e stimolante pensare di riappropriarsi della propria città, viverla con un determinato approccio, prendersene cura e sentire che se ne è parte.
In questo articolo ho cercato di condividere gli spunti più salienti dell’artista in maniera più semplice possibile, sicuramente ve ne sono un’altra infinità su cui poter confrontarsi. Se ne avete voglia, scrivetemi! Sarò ben contenta di scambiarci riflessioni e idee.
Io continuerò di certo a seguire questo artista e spero di aver fatto conoscere anche a voi qualcosa di nuovo 🙂

Shake your mind!
Martina

“Eccolo qua il Natale”

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