
Mio padre mi diceva che ero un’handiScappata!
Scatti improvvisi, smorfie un po’ buffe, quando parla sembra che stia piangendo, ma se osservi bene i suoi occhi scopri tutto eccetto la tristezza. Vi presento Anita, 65 anni, tetraplegica da quasi tutta la vita. Ve la presento attraverso le parole di questi meravigliosi ragazzi di prima media che l’hanno accolta in classe con un rispetto e una tenerezza che vale la pena di condividere.
Dell’incontro con Anita, mi ha colpito che raccontando le sue esperienze, noi ascoltatori, riuscivamo ad immaginare la sua vita e nei momenti più tristi, io sentivo un peso nel mio cuore, un nodo in gola e gli occhi hanno iniziato a pizzicare come se stessi per scoppiare in lacrime. Io non so se lei prova gli stessi sentimenti che ho provato, ma di sicuro io non potrò mai capire cosa voglia dire avere queste difficoltà e doverle affrontare.
Della signora Anita mi è rimasto in mente il suo volto sempre felice e la sua pace nel cuore. Suo papà la chiamava HandiScappata perché le piaceva uscire e stare sempre con gli altri. Le persone che l’aiutano, li chiama Angeli Custodi. Lei è una persona sempre con il sorriso e anche la professoressa ci ha detto che non l’ha mai vista piangere e che non ha mai avuto paura di chiedere aiuto.
Le cose che di Anita mi hanno colpito di più sono che lei difendeva i suoi amici, ma i suoi amici non difendevano lei e che il suo sogno sarebbe stato aiutare le persone perché voleva diventare assistente sociale. Per me questa è la cosa più bella che abbia detto.

L’incontro con la signora Anita mi ha fatto riflettere sul mio comportamento, su ciò che devo migliorare, su ciò che devo eliminare e su ciò che devo tenere. Per quanto riguarda Anita invece penso che sia una donna da cui bisogna prendere esempio e, anche se ha avuto una vita difficile, questo non fa di lei una persona inferiore, ma al contrario fa di lei una grande persona.
Come ci ha detto Anita: “La felicità fa bene agli altri!”. Con l’incontro di ieri ho capito che sono molto ingenua a dare per scontato che tutte le persone malate siano tristi e arrabbiate. Ieri ho capito che Anita non è una persona triste, ma felice anche se ha affrontato dure prove con molti ostacoli. Questo percorso, che l’ha resa speciale, è una prova di quello che la vita offre.
Dell’incontro con Anita mi è rimasta impressa una cosa in particolare: come lei, dopo quello che ha passato, è riuscita a mantenere un rapporto così forte con Gesù. Non scorderò mai una frase che ha detto: “Io prego per coloro che mi ridono alle spalle”. Da questa frase ho capito quanto le persone possano essere crudeli. Mi ha colpita la libertà di sbagliare che Anita lascia alle persone. Oltretutto io non riuscirei mai a pregare per loro.

Di Anita mi ha colpito molto una cosa in particolare, il fatto che lei con le sue condizioni riesca ad essere sempre così positiva e sorridente in qualsiasi caso. La ringrazio molto per l’incontro che abbiamo fatto e per tutte le cose che ci ha insegnato. Si vedeva proprio che quando siamo usciti, eravamo tutti un po’ diversi, con qualcosa in più, qualcosa che lei ci aveva donato.
A me ha colpito il fatto che alcune persone la prendevano in giro per il suo aspetto fisico, ma lei non ha mai dato molto credito a questo. Tranne in rari casi, è sempre stata felice.
Quando sei triste, pensa ad Anita che si affida al Vangelo. Quando lo legge le torna il sorriso. Non ha paura di andare in giro perché sa che ogni persona che passa, le fa un sorriso. Per lei un sorriso è come un raggio di sole in una giornata di pioggia. Su alcune cose vorrei diventare come lei.

L’incontro con Anita è stato molto bello. Mi ha colpito soprattutto il fatto che lei, avendo moltissimi problemi, è sempre felice, aiuta gli altri anche se a volte non viene aiutata. Mi ha colpito anche che con i suoi problemi vivesse da sola, io pensavo che vivesse con qualcuno che la aiutasse quotidianamente. Ma ciò che mi ha colpito di più è che lei abbia detto che tutti quelli che l’aiutano sono Angeli Custodi. Anita mi ha fatto tantissima tenerezza anche perché a volte quando parlava sembrava che piangesse. E’ stato bellissimo questo incontro e spero di incontrarla di nuovo.
Anita, anche se tetraplegica, non ha mai smesso di sorridere e non ha mai pensato di vivere la sua vita in modo differente da come la sta vivendo. A quei tempi le persone diversamente abili erano considerate la vergogna della famiglia e non potevano uscire di casa. Anita invece era l’orgoglio della famiglia, suo padre la chiamava handiscappata perché lei non aveva mai smesso di farsi sentire o di uscire di casa anche con questa malattia. Anita non ha mai smesso di aiutare le persone o di difenderle perché secondo lei questa è la vera pace: aiutare e accettare le persone per quello che sono e non per come noi vorremmo che fossero.
Questo incontro con Anita mi è piaciuto molto. Mi ha colpita quando lei ha detto: “Non mi arrabbio con le persone rispondendo male, ma tengo tutto dentro nel cuore”. Di solito io reagisco male e non dovrei perché potrei ferire le persone e mi ha anche colpito che Anita affronta gli ostacoli davanti a lei con felicità. Grazie Anita!

Essere come Anita è difficile perché lei ha sempre la gioia nel cuore. Lei è sempre felice e perdona tutti, cosa che io non sono in grado di fare. Avere la gioia nel cuore, per lei vuol dire essere felice. Mi ha ricordato che cos’è l’amicizia e la gioia di vivere. Da questo incontro ho capito che lei è una persona speciale!
Anita mi ha colpito in tutto. Nel suo immenso sorriso ho trovato la sua forza, nel suo sguardo ho trovato il coraggio con cui ha superato le difficoltà , nel suo cuore ha trovato la pace e la voglia di vivere con Gesù. La ammiro perché credo che, se fossi stata al suo posto, non avrei mai trovato il coraggio o la forza di superare tutto ciò che ha passato. E’ una persona speciale, sia dentro che fuori.
Di Anita mi hanno colpito due cose: la prima è stata quando ha iniziato a parlare della sua vita, dicendo di non aver mai perso la fiducia in Dio. La seconda quando ha iniziato a raccontarci che lei difendeva tutti anche se nessuno difendeva lei. Ma la cosa più bella è stata quando ci ha detto che le si riempiva il cuore quando faceva ridere gli altri.
Quello che mi ha colpito di Anita è: la sua grinta nell’affrontare la vita di tutti i giorni, il suo rapporto con Dio, il fatto che lei non si sia mai arresa. Penso che sia stata fortunata ad aver avuto dei genitori che l’hanno aiutata.
Io ho trovato che la signora Anita è una persona speciale, ha raccontato la sua storia emozionandomi per come ha superato e continua a superare le sue difficoltà con grande forza e coraggio. Grazie Anita.
Cos’altro potrei aggiungere? I pensieri di questi ragazzi mi sembrano sufficienti per capire che a volte basta fermarsi, pensare alla propria vita e rendersi conto della ricchezza che abbiamo!
Ringrazio tutti i ragazzi di IB per aver condiviso con noi i loro pensieri.
Shake your mind
Alessia

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Nidra
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