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ShakeOut

“Vai dallo psicologo? Non hai paura che ti cambi?”: parliamone!

28 Novembre 2019

Quando si lavora in ambito psicologico si ricevono numerose domande che possono sorprendere e, il più delle volte, far riflettere. “Quindi ora mi stai psicanalizzando?”, “adesso dovrei stare attento a quello che ti dirò?”, “non ti porti a casa i problemi degli altri?” e così via.
Questi e altri quesiti sono legittimi, in quanto la figura dello psicologo non è sempre compresa nelle sue sfaccettature professionali. Le diverse rappresentazioni di film e mass media, unite alle competenze sulla comprensione della sfera emotiva e dei processi di pensiero, rendono questa professione affascinante ma, alle volte, poco chiara.

Poco chiaro è anche ciò che si fa nello studio di un professionista. Per questo vorrei riflettere su una delle domande che mi è capitato di ascoltare e che ha suscitato in me diversi pensieri sul lavoro che faccio e che amo: “vai dallo psicologo? Non hai paura che ti cambi?”.

Da professionista nel settore l’ho sempre considerato un quesito molto interessante. Ho infatti a lungo pensato che nella domanda che il cliente porta in uno studio psicologico possa essere implicita la richiesta di un cambiamento.
Ciò su cui però sembra importante interrogarsi è quale sia l’oggetto di questo cambiamento. Capita infatti che nel bel mezzo di un periodo di vita particolarmente stressante, doloroso e faticoso, la persona desideri cambiare la situazione, per andare verso un futuro più sereno e luminoso. Le persone giungono quindi con una domanda rispetto a ciò che stanno vivendo, mantenendo questo aspetto separato da loro stesse.
Ecco che emerge dunque uno dei nodi del lavoro psicologico, ovvero affrontare insieme il confine per cui non è possibile uscire dalla stanza terapeutica e cambiare la situazione in quanto tale.
Non potremo infatti tornare indietro nel tempo e modificare un evento doloroso avvenuto in precedenza per poter stare meglio, così come non sarà in nostro potere andare da un’altra persona per imporgli di cambiare atteggiamento o obbligare gli altri a fare ciò che ci rende felici. Insomma, non è possibile cambiare ciò che non è lì con noi nella stanza.
Piuttosto, ciò che sarà nelle possibilità del lavoro del cliente e dello psicologo insieme sarà capire come mai una determinata situazione determini certe difficoltà, quali strategie la persona stia utilizzando per affrontarla e come mai queste non siano efficaci. Giunti ad un maggior livello di consapevolezza su questi aspetti, sarà possibile lavorare sull’identificazione di nuove strategie più utili e sul perfezionamento di quelle già possedute.

Cosa andremo a cambiare quindi? Non certo la situazione che, come già visto, non può essere modificata. Il lavoro verterà sul riconoscimento delle esperienze che hanno influenzato lo sviluppo di determinate strategie e sull’accettazione delle emozioni che sostengono i comportamenti e gli atteggiamenti che determinano il malessere. L’obiettivo sarà quindi un cambiamento delle modalità attraverso le quali i problemi e le difficoltà vengono affrontati, dedicando uno spazio importante alla consapevolezza sulle proprie emozioni e sulle esperienze che hanno contribuito a strutturare il funzionamento psicologico e il modo di affrontare i problemi nel corso della vita.
La persona cambia? Come anticipato, l’obiettivo di un percorso psicologico non è cambiare le persone. È possibile che un percorso di questo tipo, che inevitabilmente richiede un importante investimento e un buon grado di impegno, porti le persone ad avere la sensazione di essere cambiate. Questo sentire non è però percepito come egodistonico (non in armonia con la percezione di se stessi), ma al contrario come egosintonico (coerente con l’immagine di sé).
Questo accade in quanto il percorso è suddiviso in fasi che seguono il progredire di obiettivi e sotto obiettivi stabiliti insieme alla persona. Ogni passo è quindi concordato e aggiustato a seconda dei bisogni che emergono e della volontà del cliente, in un contesto sicuro e di confronto costante su ciò che si desidera per sé e sulle proprie necessità.

Possiamo quindi dire che no, lo psicologo non cambia (da solo) una persona, piuttosto il professionista e il cliente cambiano (insieme) le strategie che non sono più utili per il benessere e che questo doni una positiva sensazione di cambiamento personale.

Shake your mind

Laura

Sono la dott.ssa Laura Romagnoni, Psicologa Psicoterapeuta, specializzata nel trattamento delle conseguenze di traumi e stress con l’utilizzo del metodo EMDR.
Mi occupo di percorsi individuali in caso di problematiche legate ad ansia, sbalzi d’umore, disturbi psicosomatici, depressione e fatiche relazionali.
Lavoro con adulti, adolescenti e bambini per il benessere della famiglia e dell’equilibrio nel rapporto fra genitori e figli.
Mi potete trovare presso il centro Thetalab di Vimercate (MB) e in studio privato a Cinisello Balsamo (MI).

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