
“Per insegnare bisogna emozionare. Molti però pensano ancora che se ti diverti non impari” M.M.
Quando si parla di scuola, si pensa sempre ad un luogo specifico di media grandezza, dotato di corridoi, aule, banchi e cattedre. Se siamo fortunati ci potrebbe anche essere un giardino e un portico. Chi legge i miei articoli da un po’, può intuire che questa sterile definizione non esaurisce il vero significato di questo luogo. Scuola è anche relazione, incontro, obiettivi, metodologie e quindi pratiche educative.
Ogni scuola ha, o dovrebbe avere, “la propria impronta”. Alcune più di altre sono facilmente identificabili perché le loro metodologie prendono il nome dalla figura educativa che le ha pensate e tradotte in azione. Oggi in particolare ve ne presento due.
1. LA SCUOLA MONTESSORIANA
Impossibile oggi non sapere chi sia Maria Montessori. Prima donna ad essersi laureata in medicina ma non solo. Scienziata, filosofa, neuropsichiatra, educatrice e pedagogista. Il suo metodo educativo, che porta il suo nome, viene tuttora utilizzato in Italia e in tutto il mondo. Cerchiamo di capire in modo chiaro e immediato i motivi di questo grande successo educativo.
CHI? Il protagonista indiscusso è lui: il bambino. Ma non un bambino qualsiasi, proprio il bambino che ho di fronte con i suoi limiti, che non spaventano, e le sue potenzialità, che rappresentano una risorsa inestimabile.
CHE COSA? Maria Montessori ribadisce l’importanza della progettazione di AMBIENTI, MATERIALI E ATTIVITA’. Tutto deve essere pensato, nulla è lasciato al caso. Ritengo che la sua più grande intuizione sia stata quella di aver riconosciuto la MATERIALITA’ delle pratiche educative, le quali non si nutrono di sola relazione. Gli oggetti, gli arredi, gli strumenti ci parlano e ci comunicano un significato chiaro che non possiamo dare per scontato. Proviamo ad immaginare di entrare in una classe e trovare delle sedie disposte a cerchio, nessuna cattedra e nessun registro. Cosa pensereste? Quali significati potrebbero assumere le sedie disposte in quel modo? A quale tipo di lezione potreste pensare di partecipare quel giorno? Nessun registro all’orizzonte, quindi niente valutazione?
Le domande sono infinite perché infiniti sono i messaggi che gli spazi e i materiali ci comunicano.
OSSERVAZIONE COMPLETAMENTO VISIONE D’INSIEME
COME? Non solo gli spazi, ma anche le attività progettate e proposte sono a misura di bambino. Non progettate per creare disagio, ma neanche per annoiare il bambino. La sua mente rimane in costante movimento. Ma attenzione, Maria Montessori intuì che l’essere umano non è fatto di sola mente. Abbiamo un corpo a cui dobbiamo pensare. Dietro a quelle che, apparentemente, potrebbero sembrare attività semplici si nascondono meccanismi più complessi che aiutano il bambino a sviluppare un movimento più armonico e a sviluppare una consapevolezza corporea che non svilupperebbe se stesse seduto al banco per ore. Lavorare sul movimento aiuta a potenziare la manualità, la motricità, la sicurezza nello spazio, l’autostima.
A proposito di sicurezza nello spazio, lo sapevate che Maria Montessori aveva progettato uno specifico arredamento da utilizzare nelle sue strutture? Uno di questi, che ancora oggi riceve diverse recensioni positive, è il letto a misura di bambino (consigliato dai 18 mesi). La sua altezza è tale che permette al bambino di salire e scendere in autonomia. Non ci sono sbarre e quindi il genitore non deve intervenire ogni volta che il bambino necessita di scendere. Essendo ad altezza bambino non c’è neanche il rischio che cadendo, possa farsi male! Avendo una piena visuale della sua cameretta, il bambino è invogliato a sviluppare il piacere di stare in uno spazio protetto in cui potersi sperimentare.

2. IL METODO STEINERIANO
La prima precisazione da fare è che Rudolf Steiner non era né un educatore, né un pedagogista, era un filosofo. Il suo interesse principale, che viene identificato nell’ANTROPOSOFIA consisteva nello studio dell’uomo e del suo rapporto con l’ambiente. Questo interesse venne applicato alle scienze sociali e in particolare all’educazione. La scuola diventa così lo spazio dove poter formare il senso morale degli uomini del futuro.
CHI? Il protagonista qui è l’uomo e la domanda che mosse tutta la sua riflessione fu: “di cosa ha bisogno un uomo in quanto tale?” Le tre parole chiave della sua filosofia sono PENSIERO, SENTIMENTO E VOLONTA’. Lavorare su questi tre aspetti significava favorire un apprendimento di base che aiutasse l’uomo a superare le sfide future.

QUANDO? La visione di Steiner si sviluppa attraverso cicli di sette anni perché è in questo tempo che avviene il ricambio cellulare completo. Ad ogni ciclo corrispondono diversi bisogni e diverse necessità.
COME? Steiner prescrive una corretta scansione della giornata e delle attività. Il ritmo è in linea con i ritmi di apprendimento del bambino. Il filo rosso che unisce ritmi, attività e strumenti viene identificato attraverso un approccio che è del tutto artistico e punta alla qualità dell’esperienza scolastica. Per questi motivi la giornata scolastica viene scandita da momenti di concentrazione, a momenti di pausa.
Milano, 26 maggio 2019
Questa è la data in cui a Milano è stata aperta la prima scuola-azienda in Italia pensata per ragazzi con la sindrome di Asperger. Vi era piaciuto molto il mio precedente articolo nel quale vi raccontavo la mia esperienza con questo universo. Per leggerlo cliccate qui.
CHI? L’imprenditore Massimo Montini, padre di un ragazzo con sindrome di Asperger, si è posto l’obiettivo di accompagnare gli studenti verso un futuro lavorativo, attraverso una formazione che rispondesse in modo adeguato, non solo alle richieste della società, ma anche alle caratteristiche di questi ragazzi. L’Istituto di cui stiamo parlando accoglie 80 studenti, non solo Asperger!
ATTIVITA‘? Si propongono studi e corsi di specializzazione per formare professionisti nel settore tecnologico (tra cui per esempio graphic design, videomaking, web design). L’idea di base è progettare un percorso costruito ad hoc su ogni studente.
SIAMO TUTTI ESSERI UMANI… …MA CIASCUNO E’ UNICO
DOVE? Gli ambienti sono progettati ed organizzati per ridurre al minimo il carico sensoriale. Spesso questi ragazzi sono disturbati dai rumori troppo forti. Pareti insonorizzate, illuminazione adeguata, aule di decompressioni sono le migliori strategie utilizzate.
Che sia montessoriana, steineraina o che sia una scuola pensata ad hoc per determinane esigenze, questo è il luogo che permette l’incontro tra la vita e la formazione. Pensare agli spazi, alle attività e alla progettazione è una necessità e non un’opzione!
Shake your mind
Alessia

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