
L’impronta ecologica per conoscersi e cambiare
Oggi più che mai tutti parlano di impatto ecologico, emissioni di CO2, spreco di risorse ecc. ma forse nessuno di noi ha veramente idea di quale sia concretamente il suo contributo a tutti questi fenomeni. È qui che ci viene in aiuto uno strumento di forte impatto (non ambientale!) che si chiama impronta ecologica. Si tratta di un complesso indicatore per la valutazione del consumo umano delle risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle.
Ma cosa vuol dire nello specifico e come funziona?
L’impronta ecologica misura la quantità di area biologicamente produttiva (di mare e di terra) necessaria a rigenerare le risorse consumate dall’uomo e ad assorbire i rifiuti prodotti. Utilizzando l’impronta ecologica è possibile stimare quanti pianeta Terra servirebbero per sostenere l’umanità, se tutti vivessero secondo il determinato stile di vita a cui si riferisce l’impronta calcolata.
Ci sono inoltre varie declinazioni del concetto di impronta, quali:
- l’impronta di carbonio, che indica la quantità di area forestale necessaria ad assorbire le emissioni di CO2 generate dalle attività umane (carbonfootprint.com)
- l’impronta idrica,che calcola il volume totale di risorse idriche necessarie a produrre beni e servizi consumati (waterfootprint.org).
Ognuno di noi può calcolare la sua impronta ecologica, basta rispondere ad alcune domande riguardanti il proprio stile di vita grazie a vari calcolatori presenti online. Il più famoso è quello della Global Footprint Network (http://www.footprintcalculator.org/). Il sito apre il questionario in lingua inglese, ma è possibile impostare fino a 5 lingue alternative.
Il questionario ci chiede informazioni riguardo le 3 sfere più onerose dei nostri consumi: cibo (origine e produzione), casa (metrature, elettricità, consumi) e trasporti.
Le domande a cui veniamo sottoposti sono 13 e possiamo scegliere la nostra risposta tra le opzioni che ci vengono proposte. Per alcune domande, se vogliamo, è possibile dettagliare meglio le risposte, così da incrementare l’accuratezza del contatore.
Non ci resta quindi che provare, per cominciare a renderci conto di quanto costiamo al pianeta Terra! Ecco i risultati del calcolo della mia impronta ecologica: non sono per niente rassicuranti…
Non solo il risultato in sé è sconcertante, ma lo è anche la divisione della mia impronta in base ai miei consumi, che mostra un dato spesso sottovalutato: quanto la dieta influisca sullo sfruttamento della superficie terrestre. Lo vedete qui benissimo: è la categoria che consuma di più di tutte!
Basti pensare che la produzione di 1 kg di carne emette 13 kg di CO2! E solo passare da carne di bue a carne di pollo riduce le emissioni del 70%.
Cosa fare quindi per potersi migliorare?
Nel mio caso, potrei ridurre il consumo di carne e di prodotti confezionati, potrei fare più carpool e investire in fonti di energia rinnovabili per le mie utenze e mezzi di trasporto. Il margine di miglioramento è, purtroppo, molto alto, ma l’impegno richiesto per modificare alcune delle nostre scelte quotidiane (alcune dettate dalla semplice abitudine), per fortuna, è molto basso! Bisogna solo imparare a conoscere i propri consumi e il proprio impatto sul mondo, o meglio… sui 2,5 mondi che ci vorrebbero se tutti vivessero come me!
E tu? Quanti mondi consumi senza saperlo?
Shake your mind
Martina
Sono Martina e studio Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio al Politecnico di Milano. Ho scelto questo percorso perché volevo trovare un modo di applicare concretamente la mia innata sensibilità verso l’ambiente e tutte le sue risorse…abbasso lo spreco e viva la sostenibilità!

Oltre la casa: l'abitare collaborativo

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