
“Perdersi per poi scoprirsi migliori di prima”
Vi ricordate quella classe speciale di cui vi avevo parlato in un precedente articolo? Avevo deciso di raccontarvi la loro storia perché ero rimasta davvero colpita dal lavoro educativo e didattico che la maestra aveva progettato e reso possibile. Passando nel corridoio ero stata letteralmente colpita dai colori e dai lavori esposti!
Vi anticipo che questo articolo è un po’ particolare…nato per caso ma, forse per questo motivo, ancora più autentico. Un articolo nato da una cena fra amiche e colleghe durante la quale ci venne chiesto: “Come posso ritrovare la mia classe?“
Una domanda dalla quale è nata la storia che state per leggere.
C’era una volta una classe che non era solo una classe….c’era una volta una maestra che non era solo una maestra: c’era una volta una grande famiglia. Questa famiglia viveva in un’aula molto particolare. Come tutte le altre aule della scuola aveva i muri, la lavagna, i banchi e le sedie. Cosa rendeva questa classe così speciale? La magia che ogni giorno si creava. Sì, perché in questa classe (e credetemi, io l’ho visto!) ogni giorno la matematica, la geometria, la grammatica, la storia e la geografia prendevano vita. I quaderni dei bambini erano pieni di colori, pieni di emozioni, pieni di quell’AMORE universale che ci rende UNO. I bambini capivano bene gli insegnamenti della loro maestra, sapete perché? Il motivo è semplice: avevano fiducia e per questo si affidavano a lei. La maestra era l’adulto a cui avevano deciso di affidare i loro piccoli ma grandi cuori che dovevano essere riempiti di AMORE, CONOSCENZA E RISPETTO. Chiunque entrasse in quella classe rimaneva come ipnotizzato, c’era qualcosa o qualcuno che attirava gli sguardi verso quella classe. I banchi non erano i soliti banchi: riuniti in “quartieri”, i bambini potevano guardare i loro amici negli occhi anche durante la lezione per cercare magari quello sguardo di intesa che ci fa sentire tutti più vicini.
Che bel dono potersi guardare negli occhi!
I muri non erano i soliti muri: cartelloni colorati, disegni appesi, fotografie. Quei muri raccontavano una storia.
Che bel dono non avere pareti grigie!
La maestra non era la solita maestra: il suo cuore era continuamente nutrito dall’Amore che circolava in quella classe. Quella maestra faceva sempre i suoi compiti, rispondeva sempre alle domande dei suoi alunni, non perdeva mai l’occasione di poter trasmettere quegli insegnamenti che sarebbero serviti a quei bambini una volta diventati adulti.
Che bel dono avere una maestra speciale!
I bambini non erano i soliti bambini: se proprio a loro era capitata quella maestra speciale forse il loro cuore aveva risposto ad una chiamata più grande. Lo sguardo di quei bambini era ogni giorno pieno di luce, di curiosità e di rispetto.
Che bel dono aver risposto a quella chiamata!
Purtroppo o per fortuna, si sa che le più grandi occasioni di crescita sono attraversate da numerose prove: sono pronto ad accogliere quello che sto per ricevere? Sono pronto ad essere sempre aperto a nuovi insegnamenti? Sono pronto a mettermi in gioco…mente, cuore e spirito?
Per quella classe iniziò un periodo di smarrimento. Le parole venivano usate per ferire e non per nutrire i cuori. Gli sguardi venivano usati per sottrarsi all’attenzione e non per cercare un nuovo amico. Le mani e i piedi iniziarono ad essere usati per colpire e non per conoscere lo spazio intorno. Cosa stava accadendo a quella classe? Si erano persi a tal punto da non meritare più i doni che avevano ricevuto?
La maestra, che nel cuore aveva il desiderio di poter riabbracciare i “suoi figli”, non si arrese. Serviva un messaggio forte.
Un lunedì come tanti altri, i bambini raggiunsero l’entrata della loro classe trovandosi davanti un cartello con scritto: la terza B non sarà più qui, io non li riconosco più, qualcuno li ha visti?
Quella mattina la noia, la tristezza, il vuoto accompagnò i bambini durante la giornata. La maestra quella mattina non fece i compiti. Se i bambini non li facevano durante la settimana perché avrebbe dovuto farli lei? Rimasero in un’aula spoglia, senza cartelloni colorati appesi alle pareti, ognuno aveva un banco singolo. Niente amici, niente scoperte, niente domande, nessuna risposta.
Il cuore della maestra non aveva smesso di battere, proprio perché aveva il desiderio di rivedere i “suoi figli”, aveva deciso di dare loro una lezione importante:
La bellezza che ci viene donata durante il nostro percorso, non deve essere data per scontata, i legami devono essere coltivati e nutriti dal profondo. Capita a tutti di smarrirsi, l’importante è ritrovarsi e scoprirsi migliori di prima.
A distanza di tempo quella classe è ricomparsa? La maestra ha ritrovato quei bambini? Ha riconosciuto di nuovo i loro volti?
La terza B è tornata ma non si potrà più tornare indietro. Avendo superato una grande prova di umiltà e maturazione non si potrà più abbassare l’asticella! I loro cuori sono di nuovo in movimento, il loro spirito è di nuovo collegato, la loro mente è di nuovo accesa e pronta.
Non mancheranno altre prove, non mancheranno altri errori, di sicuro non mancherà la loro volontà di scegliere sempre il BENE!
A questa famiglia auguro Buon viaggio!
Questa non è solo una bella storia…è ciò che è realmente accaduto a questa classe che mi permette, ancora una volta, di condividere con voi il valore di una professione che è “dote e passione”.
Shake your mind
Alessia

Quel servizio chiamato NIDO

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