
“On the Basis of Sex” e l’importanza del cambiamento
On the Basis of Sex è il nome originale della pellicola statunitense uscita nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 28 marzo, con il titolo Una giusta causa. È, purtroppo, già assente in troppi cinema della Brianza, a dire il vero in alcuni non ha proprio trovato spazio, se non rilegata a orari poco accessibili al grande pubblico.
In effetti non è il genere di pellicola che “funziona” perché non sbanca il botteghino, non fa ridere… fa riflettere!
Vi racconto la trama in poche righe. Il film è ambientato negli anni Cinquanta e si ispira alla vera storia di Ruth Joan Bader Ginsburg, che fu una brillante studentessa di legge ad Harvard (lei e sole altre 8 donne in una classe di 500 studenti) ma la laurea in giurisprudenza la conseguì alla Columbia University di New York, dove si trasferì per seguire il marito. Nonostante risultò la migliore del suo corso di studi faticò a trovare lavoro perché donna, madre e moglie. A seguito di molte porte chiuse, in un primo momento si arrese all’esercizio della professione di avvocato e accettò la cattedra che la Columbia University le offrì. L’insegnamento le fornì l’occasione per rendere consapevoli i suoi studenti delle storture del sistema legislativo statunitense, evidenziando quanto e quante leggi discriminatorie sulla base del sesso fossero presenti nella Costituzione americana. Ispirare le future generazioni di avvocati al cambiamento però non le bastava, lei voleva essere parte di quel cambiamento. Colse così l’occasione di un caso, in cui la legge si mostrava discriminatrice nei confronti di un uomo, il quale non poteva vedersi riconosciute le detrazioni fiscali relative al suo ruolo di badante della madre, proprio in quanto uomo, mentre la legge presumeva che solo le donne potessero ricoprire quel ruolo e ottenere l’agevolazione fiscale.
Da lì, il “la” ad una lunga carriera prima da avvocato, poi da magistrato e giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America. Una vita spesa a favore dei diritti delle donne e della parità dei sessi.
Una bella storia che meritava essere raccontata!
Ma che cosa ha fatto Ruth Bader Ginsburg di tanto straordinario? Ha sfidato la legge, la storia, le tradizioni e le consuetudini così fortemente radicate negli Stati Uniti degli anni Cinquanta. Ha mostrato un coraggio sfrontato, mettendo in discussione la legittimità costituzionale delle leggi discriminatorie dinnanzi a coloro i quali, di quella stessa costituzionalità delle leggi erano portavoci e difensori. Ha aperto la strada al cambiamento, dunque ha compiuto davvero qualcosa di grande, di straordinario!
In una realtà sempre più complessa e diversificata, la predisposizione e l’adattamento al cambiamento non sono utili, sono fondamentali, necessari, inevitabili!
Il progresso è cambiamento e qualcuno, da qualche parte, deve pur cominciare a smuovere le cose per conquistare nuovi diritti e permettere a tutti di vivere in una società più equa e giusta. Attraverso il mutamento di idee, opinioni e cultura si sono conquistati in passato, gli importantissimi diritti di cui abbiamo la fortuna di beneficiare oggi. Questo cambiamento non può fermarsi ora e non deve fermarsi domani. È stupido negare la realtà in tutte le sue sfaccettature e appellarsi alla tradizione per ostacolare il naturale evolversi delle cose. Il fatto che qualcosa «sia sempre stato così» non è una buona ragione perché continui ad esserlo, se non riflette più i tempi che corrono. Per esempio, sentiamo parlare spesso di difesa della famiglia tradizionale, che i bambini hanno bisogno di far riferimento alla figura di un padre e di una madre, perché questo è il modello “giusto” di famiglia. La realtà è che i bambini hanno “solo” bisogno di essere amati e sostenuti nel loro processo di crescita. Il ruolo della famiglia dovrebbe essere quello di coltivare e accrescere nei suoi componenti, la naturale capacità di adattarsi e far fronte ai cambiamenti, inseguendo nuovi equilibri in cui sviluppare l’individualità e l’autonomia di ciascuno di essi. Che ciò avvenga in una famiglia composta da due genitori di sesso opposto, un genitore solo o due genitori del medesimo sesso, è relativamente importante. La crescita sana dei figli non dipende dall’orientamento sessuale dei genitori.
Vi invito a un’altra riflessione, qualche tempo fa sui social girava un’immagine raffigurante una coppia, marito e moglie, anziani; tramite fumetti veniva chiesto loro di svelare quale fosse il segreto della loro lunghissima relazione, alla domanda la donna rispondeva: “Siamo nati in un’epoca in cui le cose rotte non si buttavano, si aggiustavano”.
Una bella risposta a effetto, che ci invita a riflettere sul senso delle cose: il nostro modo di vivere le relazioni rispetto al passato, i valori che si trasmettevano una volta e così via. Questa però è solo una faccia della medaglia, la migliore, perché non sempre le cose rotte meritano davvero di essere aggiustate.
Se in una relazione c’è violenza e a rompersi sono costole, braccia o testa, non c’è niente da giustificare e aggiustare, tutto è solo da buttare!
Per fortuna allora si è arrivati alla legge sul Divorzio, all’abrogazione del delitto d’onore e alla conquista di tutta una serie di diritti che hanno reso la nostra vita migliore (se desiderate saperne di più su come si è arrivati alla conquista dei diritti sopra citati o avete altre curiosità, non esitate a scrivermelo e sarò lieta di preparare un articolo più approfondito su un tema di vostro interesse).
C’è ancora tanto da fare, da cambiare… e come ci ricorda Martin Luther King:
«Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla».
-Shake your Mind-
Paola

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