
Alla “scoperta” della musica e del Metodo D’accordo
Mi piacciono i libri cartacei: toccarli, comprarli e riceverli in regalo.
Questa è ed è sempre stata la mia passione: collezionare libri da leggere e ammirare.
Come tutti, leggo sia per informarmi che per svago e quando ho scoperto di aspettare la mia bambina, la frenesia di dover fare entrambe le cose, finché fossi stata in tempo per poterlo fare, mi ha un po’ offuscato la mente. Ho cominciato a procurarmi libri e articoli sulla maternità, iniziavo a leggerli, poi annoiata passavo a leggere tutt’altro, senza però godermelo veramente, perché mi sembrava tempo rubato all’informazione, che ritenevo necessaria per affrontare il periodo che stavo vivendo.
Insomma, nonostante fossi sinceramente felice per la gravidanza, mi rendevo conto di vivere un’inquietudine di fondo che non mi faceva stare davvero bene e, di riflesso non faceva bene alla mia bambina (e questa era in assoluto la cosa che più mi spiaceva), così nell’indecisione di non saper esattamente cosa leggere, nei momenti di relax ho “semplicemente” cominciato ad ascoltare musica…
Chiaramente non ho iniziato in quel periodo a sentire musica, ma probabilmente è in quella circostanza che ho cominciato ad ascoltarla e godermela sul momento, senza fare e pensare a nient’altro. Prima di allora, invece, con la sola eccezione dei concerti del mio artista preferito, la musica rappresentava per me solo un piacevole sottofondo mentre, però, facevo altro.
Con il “lievitare” della pancia, lievitava in me anche l’interesse e il bisogno di questo nuovo modo di rilassarmi. Era il solo modo per “fermarmi” per davvero e non sapendo ancora quale musica prediligesse la mia piccolina, le facevo sentire di volta in volta, diversi generi musicali.
Quando è nata Sveva, ho continuato a farle ascoltare diverse musiche e a cantare per lei. Man mano cresceva, cercavo di intuire cosa le piacesse di più seguire nei diversi momenti della giornata, ma che gradisse il suono della musica, mi è stato da subito chiaro!
Velocemente è passato il primo anno di vita della mia piccolina, fino a quando, a inizio dello scorso ottobre, una mia cara amica, anche lei mamma da circa un anno e mezzo, mi parla di un posto, in centro a Seregno dove si pratica psicomotricità in musica. La cosa interessante, mi spiega Arianna, è che le ragazze che insegnano, suonano e cantano dal vivo.
Wow!
Incuriosita cerco la pagina facebook di questo luogo per reperire maggiori informazioni, ed è così che vengo a conoscenza della bella realtà di “d’accordo”.
D’accordo è un metodo basato sull’impiego della Psicomotricità in Musica, a fondarlo nel 2014 sono due talentuose ragazze: Elisa Galli, Neuropsicomotricista, musicoterapista, pianista e sassofonista; e Valeria Marsheva, Musicoterapista, flautista ed esperta in didattica musicale.
Le attività proposte dalle ragazze combinano movimento e musica in modo originale, aiutando i bambini a crescere armoniosamente, accompagnati nel loro naturale processo di crescita, di strutturazione dell’identità e di conquista del mondo. Il Metodo D’accordo favorisce l’integrazione tra l’espressione creativa, lo sviluppo delle capacità di apprendimento e la comunicazione con gli altri.
Queste ed altre informazioni le potrete reperire visitando direttamente la pagina, ciò che invece mi preme raccontarvi in questo pezzo è la nostra esperienza, dalla scoperta di d’accordo.
Indubbiamente, l’impulso che mi ha portato a voler conoscere questa bella realtà è stato sapere che si suonasse musica dal vivo. Non essendo io in grado, ahimè, di suonare alcuno strumento musicale, ho sempre fatto sentire a Sveva, musica tramite stereo, televisione o cellulare.
L’opportunità che invece avrebbe avuto, di poter ascoltare musica composta dal vivo, mi ha subito convinta a iscriverci alla prova gratuita, pubblicizzata dalle ragazze di d’accordo sulla loro pagina facebook e che dire?
È stato amore a prima vista!
Sin dal nostro primo incontro, Elisa e Valeria ci hanno accolto con calore e la prima immagine che ho stampata nella mente, di quel sabato pomeriggio di inizio ottobre è proprio il loro bellissimo sorriso, lo stesso che ritroviamo ogni settimana, in ogni nostro incontro a d’accordo, perché si percepisce che è autentico e non di circostanza.
Sarebbe, forse, bastato solo questo a condurmi a iscrivere la mia piccolina a un loro corso, poiché non è affatto scontato sentirsi accolti tanto gioiosamente in un nuovo ambiente e io ho avuto, subito, la sensazione che Sveva avrebbe trascorso dei bei momenti in loro compagnia.
La convinzione definitiva me l’ha poi fornita proprio la mia bambina, che all’epoca aveva poco più di un anno e per me è stato sorprendente vederla, tanto presto, a suo agio con le ragazze, incuriosita dall’ambiente e divertita dalle attività che vi si svolgevano.
Così, terminata la lezione di prova, entrambe entusiaste della bella esperienza vissuta, abbiamo proceduto all’iscrizione al corso di baby music, pensato proprio per i bambini dai 12 ai 36 mesi (è possibile accedere a diversi corsi in base all’età anagrafica dei bambini, anche prima dell’anno e addirittura prima della loro nascita, visitando la pagina troverete tutte le informazioni).
Sono passati quattro mesi da allora e l’entusiasmo non è affatto scemato, al contrario, se avessi scoperto prima questa realtà, avrei iniziato a venirci anche durante la gravidanza, perché credo sarebbe stata un’esperienza molto significativa, come del resto si è rivelata successivamente. L’interazione è completamente diversa rispetto a quella che avrei potuto offrire alla mia piccola, io da sola a casa. Qui Sveva vive l’opportunità di essere concretamente parte della musica, di “farla” e non solo di “subirla”, può misurarsi in mezzo ad altri bambini e con gli adulti che li accompagnano, apprende regole giocando, replica a casa quello che assimila al corso, ma soprattutto impara la bellezza, si diverte ed è felice e questa è, indubbiamente, la cosa più importante!
“Tutti dovrebbero studiare musica, ingentilisce l’animo. Si andrebbe verso una società migliore… Non si tratta di saper solfeggiare o strimpellare uno strumento, ma di soffermarsi nella bellezza, saperla abitare e ascoltare, riuscire ad orientarsi nella foresta dei suoni e poterci camminare dentro…” (Riccardo Muti)
Insegniamo la bellezza ai nostri bambini e impariamola noi stessi!!!
-Shake your Mind-
Paola

La perfezione non esiste.. ma la CELLULITE si!!
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