
BES/DSA/PDP/PEI: STRANE FORMULE CHIMICHE O STRUMENTI EDUCATIVI?
Siamo nel mese di novembre, il che significa che per le scuole è tempo di mettere per iscritto gli interventi educativi che l’intero corpo docente si prenderà la responsabilità di seguire e mettere in atto con i propri alunni. Mai come in questo momento storico le sigle citate nel titolo di questo articolo assumo un ruolo così importante.
Ma qual è il loro significato? Quali sono le scadenze che una scuola di buona pratica dovrebbe rispettare? Quali sono i diritti dei genitori e i doveri di una scuola nei confronti dello studente?
Vediamo qualche semplice ma importante definizione per entrare nel mondo dei documenti educativi più significativi.
BES
Con questa sigla vengono identificati gli studenti con BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. La parola chiave è complessità’. In ogni classe ci sono degli studenti che per ragioni sociali, culturali, emotive, psicologiche presentano una richiesta di speciale attenzione: basti pensare anche solo allo studente straniero che fin dal primo giorno di scolarizzazione si trova a dover affrontare un contesto nuovo in cui la lingua non è la propria.
La scuola deve poter rispondere alle innumerevoli situazioni di svantaggio che gli studenti potrebbero subire e per questo è stata definita l’area dei Bisogni Educativi Speciali. Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie:
- quella della disabilità
- quella dei disturbi evolutivi specifici
- quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.
A mio parere la scuola deve poter essere in grado di rispondere ai bisogni educativi dei propri studenti a maggior ragione quando questi bisogni in qualche modo e in qualche misura alterano lo sviluppo psico emotivo dello studente. La definizione di cosa siano i Bisogni Educativi Speciali rientra in una necessità della scuola di essere sempre più inclusiva e disponibile ad accettare e riconoscere una diversità, una unicità che fa parte in maniera sempre più pervasiva del nostro vivere quotidiano. I soldatini che rispondo all’unisono non servono a nessuno!
DSA
Con questa sigla si identificano gli studenti caratterizzati da un Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Rientrano in questo disturbo 4 macro categorie cosi denominate:
- DISLESSIA: difficoltà di lettura
- DISCALCULIA: difficoltà di calcolo
- DISORTOGRAFIA: difficoltà di scrittura (in termini di errori di ortografia)
- DISGRAFIA: difficoltà di scrittura (in termini di scrittura poco leggibile)
Non entrerò nello specifico a descrivere queste categorie ma vi prometto cari lettori che è già in cantiere un articolo che riguarderà solo questo specifico argomento: non mancheranno contenuti extra, interviste di studenti….ops, vi sto dando troppi dettagli, rimanete sintonizzati!!! ♥
Ritengo che una buona scuola sia un ambiente che mette in campo le proprie risorse strumentali e umane con l’obiettivo di favorire il successo scolastico di questi studenti. Avere in classe uno studente dsa, a mio modesto parere, rappresenta un valore aggiunto all’intera classe. E’ stato dimostrato anche dalle più recenti ricerche che lo studente dsa ha un modo proprio di apprendere. Obiettivo dell’insegnante quindi è, prima di tutto, accogliere positivamente questa diversità e farne un punto di forza non solo per quel singolo studente ma per l’intera classe. La diversità diviene unicità!! Ancora una volta il tema fondamentale dell’inclusione torna alla ribalta. Includere significa anche riconoscere e accettare che sono cambiati i bambini e i ragazzi che frequentano le nostre scuole quindi deve per forza cambiare anche il modo di insegnare.
PDP
Uno strumento fondamentale per far sì che questa unicità venga riconosciuta e potenziata risiede nel PDP ovvero nel Progetto Didattico Personalizzato. Altro non è che l’insieme delle strategie e delle metodologie che gli insegnanti si impegnano a mettere in atto nei confronti dell’alunno con dsa. E’ così declinato:
- Dati anagrafici
- Tipologia del disturbo
- Attività didattiche individualizzate
- Attività didattiche personalizzate
- Strumenti compensativi (pc, sintesi vocale, mappe concettuali…)
- Misure dispensative (cosa evitare nella didattica)
- Forme di verifica e valutazione personalizzati
Notate come le parole che ricorrono più frequentemente siano INDIVIDUALIZZATE E PERSONALIZZATE. Questo documento risponde chiaramente alla domanda: chi sei tu? In che modo apprendi? In che misura il mio modo di insegnare può favorire il successo del tuo apprendimento?
ATTENZIONE! Questo documento rimane solo carta straccia se non viene messo in atto, se non viene rispettato! Purtroppo mi è già capitato di prendere atto di quanto la disinformazione, la mancata competenza, il mancato aggiornamento rispetto alle ricerche nel campo dei dsa abbiano portato insegnanti a rendere nullo questo documento che per primi hanno scritto e firmato.
PEI
Abbiamo parlato di inclusione rispetto a diverse tipologie di studenti. Ma quando siamo in presenza di uno studente con disabilità chiarita in tutte le sue forme da una diagnosi funzionale cosa accade? In che modo la scuola interviene per favorire l’apprendimento? La piena inclusione degli alunni con disabilità è un obiettivo che la scuola dell’autonomia persegue attraverso un’intensa e articolata progettualità, valorizzando le professionalità interne e le risorse offerte dal territorio. L’alunno con disabilità, sia essa fisica, cognitiva o psichica viene supportato da diverse figure educative di riferimento: insegnante di sostegno e/o educatore professionale.
Qual è quindi il documento che tutela lo studente e impone alla scuola di rispettare i suoi bisogni e le sue necessità? Il PEI ovvero il Progetto Educativo Individualizzato. Mi piace definire il PEI come un patto tra la scuola, la famiglia e i professionisti sanitari ai quali la famiglia si appoggia per la diagnosi o per specifiche terapie. Un patto è come se fosse una promessa, una condivisione di intenti: noi genitori vi affidiamo nostro/a figlio/a perché crediamo nella vostra scuola, voi insegnanti vi impegnate affinché l’inclusione e l’apprendimento siano positivi e utili.
La domanda allora sorge spontanea:
IO GENITORE COME POSSO DIFENDERE I DIRITTI DI MIO FIGLIO E GARANTIRE IL RICONOSCIMENTO DELLA SUA UNICITA’?
- Devo essere informato rispetto ai documenti che la scuola ha l’obbligo di farmi avere!
- Devo controllare che ciò che viene definito in questi documenti venga poi rispettato fedelmente dai maestri e dai professori. Ricordate che non sempre i bambini e i ragazzi si sanno “difendere” da soli!
- Parlate ai vostri figli rispetto a cosa la scuola sta offrendo loro. Per questi ragazzi la scuola è vita!
- Se avete dei dubbi confrontatevi con gli insegnanti, non abbiate timore di chiedere spiegazioni, di fare domande. E’ vostro dovere chiedere e vostro diritto ottenere risposte!
- Se entro la fine del quadrimestre (gennaio) non avete ancora ricevuto nessun tipo di documento affrettatevi a chiedere spiegazioni alla scuola. Il documento non è solo carta scritta ma costituisce il modo in cui la scuola si prende cura di vostro figlio!
Spero con questi semplici passaggi di avervi chiarito qualche dubbio rispetto a cosa una buona scuola dovrebbe fare.
La scuola non è solo apprendimento, è maestra di vita!
Shake your mind
-Alessia-

A NATALE PUOI!
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