
“Non esiste buono o cattivo tempo, ma solo buono o cattivo equipaggiamento” … e spirito!
L’autunno è ufficialmente cominciato, le temperature si stanno sensibilmente abbassando e dunque presto, sbrighiamoci a chiudere i nostri bambini in casa, prima che prendano freddo e si ammalino!!!
Attenzione, partiamo subito col botto con una notizia shock: nessuna ricerca scientifica ha mai dimostrato che il freddo faccia ammalare.[1]
In autunno e inverno ci si ammala di più, da un lato perché sono più presenti i virus che causano i malanni, ma soprattutto perché, il fatto stesso che siamo solitamente più propensi a rimanere al chiuso, in locali poco arieggiati e affollati, ci espone maggiormente agli agenti patogeni. Infatti:
«Le fonti di contagio sono costituite principalmente da: ambienti di vita comunitaria (nido, scuola…), collettività, centri commerciali, giocattoli, telefonini e apparecchiature elettroniche. L’opinione comune identifica nel freddo invernale la principale causa delle malattie dei bambini. In realtà i virus (e non il freddo in sé) che provocano infezioni delle alte vie respiratorie si trasmettono più facilmente in inverno perché i bambini sono tenuti al chiuso e a stretto contatto tra loro. Vale la pena sottolineare come la miglior protezione contro le malattie infettive sia l’accurato e frequente lavaggio delle mani da parte dei bambini e degli educatori! (…) Si corrono più rischi infettivi quando si sta al chiuso.» L. Lucchi, pediatra (in “Outdoor education. L’educazione sicura all’aperto”. ed. Junior)
Abbandoniamo dunque il luogo comune che ci porta a credere che il freddo sia pericoloso per la salute poiché è davvero essenziale per i nostri bambini recuperare il contatto con la Natura e stare il più possibile all’aria aperta, ed è importante garantirgli questa opportunità tutto l’anno e non solo nella bella stagione. Troppo spesso, invece, ai primi freddi gli adulti chiudono i bambini in casa, a scuola, in palestra, riducendo così sensibilmente la quota di vita all’aria aperta, quando basterebbe vestire in modo adeguato i bambini, “a cipolla”, in modo che possano stare all’aperto nelle ore centrali della giornata e alleggerirsi di qualche strato man mano che giocando si riscaldano.
Con questa semplice accortezza è quindi possibile garantire la giusta quota outdoor anche in autunno e inverno, senza togliere ai bambini preziose opportunità di crescita, di sviluppo fisico e motorio, cognitivo, emotivo e sociale:
«Siamo fatti per muoverci, adattarci, e muoverci ancora, e “fuori” è il luogo dove questo movimento può avvenire nel modo più naturale, oltre che più libero, perché all’aperto i bambini hanno la possibilità di esplorare le molteplici capacità del proprio corpo, fare esperienze che li mettono alla prova cognitivamente, misurarsi con le proprie emozioni e con le proprie paure.» M. Guerra, pedagogista (in rivista Uppa, anno XVIII n.3/2018)
Quando facciamo riferimento alla natura non dobbiamo immaginare solo spazi selvaggi e incontaminati, quei luoghi lontani visti nei documentari alla televisione, e raggiungibili solo mediante lunghi viaggi; perché la natura è ovunque! Anzi, è proprio la natura più vicina a casa, la più accessibile e dunque frequentabile con più facilità e continuità, che può rivelarsi l’appuntamento benefico di ogni bambino:
«Il cortile o il giardino (per chi ha la fortuna di averne uno), ma più generalmente il parco vicino a casa sono straordinarie occasioni per incontrare in modo stabile una natura accessibile, con cui fare amicizia e da cui apprendere. Anche in città. Anzi, spesso la città nasconde angoli di natura “selvatica” quasi più autentici – anche se magari meno bucolici – di parchi fortemente antropizzati, nei quali cioè gli interventi dell’uomo hanno trasformato, adattato o alterato l’ambiente naturale. È questa natura – visibile nelle crepe di un marciapiede da cui sbuca una pianta selvatica o su un muro in cui ha cominciato a crescere una pianta, arrivata lì non si sa come – che può permettere di esercitare lo sguardo, di riconoscere tracce di vita a ogni passo e di far “innamorare” del proprio ambiente e del proprio pianeta.» (M. Guerra)
Questo è indubbiamente uno dei doni più preziosi che oggi un adulto possa fare a un bambino: renderlo partecipe del mondo in cui vive, e con ciò, far crescere in lui un sentimento di rispetto e cura per la natura che lo circonda!
A tal proposito, ci tengo a concludere questo mio articolo parlandovi di “Bambini e natura”, un progetto culturale nato con l’intento di discutere e sostenere la relazione tra uomo (bambini in particolare) e natura. Nel tempo il progetto ha portato al consolidarsi di un’associazione, formata da un gruppo di amici e colleghi accomunati dall’esperienza professionale in ambito educativo o scolastico e soprattutto dalla passione per la dimensione naturale. Per maggiori informazioni visitate il sito www.bambinienatura.it e la relativa pagina Facebook. Scopo del progetto “Bambini e natura” non è proporre principi o modelli educativi, quanto piuttosto sollecitare negli adulti, che vivono accanto ai bambini, la riflessione intorno all’innato desiderio di esplorazione dell’uomo, evidente nelle azioni dei più piccoli quando sono lasciati liberi di esplorare, interrogarsi e imparare così a conoscere il mondo.
Che i bambini siano dunque liberi di giocare all’aria aperta anche nelle stagioni fredde: fa bene al corpo, fa bene alla mente!!!
-Shake your Mind-
Paola
[1] Chiaramente ci si riferisce qui a situazioni ordinarie, che fanno parte della nostra quotidianità in autunno e inverno. È ovvio che in casi estremi il freddo possa causare problemi anche molto seri come per esempio l’ipotermia. Il senso in questo contesto è che non sia il freddo a causare i “mali di stagione”.

IL PRIMO GIORNO NON SI SCORDA MAI

A Plastic Ocean
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