
Chi non è autistico…scagli la prima pietra!
Troppo provocatorio questo titolo? Nella giornata di oggi voglio rischiare, catturarvi e, come al solito, raccontarvi un pezzo della mia storia.
Oggi 2 aprile è la giornata mondiale dell’autismo. Quanto ne sappiamo? Siamo ben informati? Il DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) è il sistema più utilizzato dagli specialisti in questo settore. Esso viene modificato nel corso degli anni sulla base di nuove ricerche e soprattutto di nuovi risultati: siamo arrivati alla 5° edizione. Una parte del DSM è dedicata anche ai disturbi dello spettro autistico.
Sono sicura che molti di voi, se provassero a leggere questo manuale e in particolare i requisiti per verificare la presenza o meno di questa sindrome si ritroverebbero in molti aspetti. Ci vogliamo provare? Siete pronti? Ne ho scelti alcuni per voi.
RIDOTTA CONDIVISIONE DI INTERESSI E/O EMOZIONI…: quante volte capitano periodi in cui non abbiamo la necessità di condividere parte della nostra quotidianità? Come se esprimere le nostre emozioni fosse per noi più una costrizione che una possibilità. Come se non fossimo più abituati ad esternare l’uragano emotivo che si scatena al nostro interno.

ANORMALITA’ NEL CONTATTO OCULARE…: parlo con voi donne, mogli, fidanzate…quante volte vi sarà capitato di parlare con il genere maschile e constatare che non vi guardano perché impegnati in altro? Scatta spontanea la domanda: mi stai ascoltando?! Loro vi danno una risposta affermativa e se sono particolarmente ispirati vi ripetono anche le ultime parole che gli avete detto. Bene, con i bambini con i quali lavoro capita esattamente la stessa cosa =) Quante volte invece dobbiamo affrontare un discorso scomodo oppure dobbiamo “vuotare il sacco” con qualcuno e non riusciamo a guardarlo negli occhi? Per imbarazzo, per paura, per difesa rifiutiamo di alzare lo sguardo.

ECCESSIVA FEDELTA’ ALLA ROUTINE…INSISTENZA A FARE LA STESSA STRADA O MANGIARE LO STESSO CIBO…: non so voi ma io qui mi riconosco. Non sono stressata dal mio lavoro, mi stresso quando mi cambiano le ore. Non mi stressa guidare per recarmi a scuola, mi stresso quando devo cambiare strada causa lavori in corso. Quando, tornando a casa, penso di voler mangiare quel determinato cibo e poi scopro che è finito: AIUTO! Il comodino sistemato in un certo modo, la candela bianca accanto a quella rosa, il cestino della frutta messo in quel determinato punto della cucina….dai non ditemi che sono l’unica!

Se dopo aver letto questa prima parte dell’articolo vi siete ritrovati, bene! Potete capire allora la mia provocazione < chi non è autistico, scagli la prima pietra >. Tutti ci possiamo riconoscere ma perché allora capita ancora che teniamo l’autismo a distanza? Ci fa così paura questa diversità? Come società siamo aperti e disponibili a nuovi incontri, nuove proposte?
Ho scelto di riportare alcuni estratti del DSM5° come provocazione ma nello stesso tempo per fornirvi qualche informazione in più senza annoiarvi troppo. Se state ancora leggendo sono riuscita nel mio intento. E’ ovvio che essere autistici comporta una serie di disagi e di difficoltà di interazione e inserimento sociale che compromettono notevolmente la vita di questi bambini/ragazzi. Ma come possiamo parlare di INCLUSIONE se prima di tutto non li RI-CONOSCIAMO? Dopo aver letto il DSM mi sono sentita più vicina al loro mondo, la mia professionalità si è modificata, è cambiato il mio lavoro, è cambiato l’autismo.
Ora mettetevi comodi, vi racconto una storia…
C’era una volta una ragazza non ancora laureata che in un freddo giorno di novembre incontrò in una scuola un meraviglioso bambino. Occhi curiosi, grembiulino nero, naso sempre all’insù alla ricerca di chissà quali pensieri sfuggenti. La ragazza sapeva di essere inesperta: avrebbe lavorato nel modo corretto? Nessuno l’aveva preparata al dono che stava per ricevere. Lui l’avrebbe accettata? I due si fissarono a lungo.
La ragazza pensava: lavorerò con te, sono pronta! Adesso ti osservo e cerco di capire in che modo avvicinarmi.
Il bambino pensava: ma chi è questa che entra nella mia classe? Non l’ho mai vista, nessuno mi aveva avvertito, questo mi agita, oggi devo fare i compiti, chissà cosa mangerò per merenda, ah già devo fare 13+8…
Due personalità differenti: lei così inquadrata e riflessiva, lui così istintivo e ansioso.

Capite vero? Ad ognuno serviva un pizzico dell’altro.
Con il passare del tempo lui imparò a sostenere meglio lo sguardo durante una conversazione, lei imparò ad amare il suo lavoro così intenso e ricco di magia…lui imparò che se si rispettano certe regole, la vita sociale è più semplice, lei imparò a ribellarsi a certe regole stupide e conformiste…lui diventò consapevole di avere un mondo interiore che voleva a tutti i costi essere espresso, lei imparò a leggere questo mondo interiore per renderlo comprensibile agli altri.
Lui non era solo un alunno, lei non era solo una maestra.
E’ passato molto tempo da quel freddo giorno di novembre ma ancora oggi quella ragazza e quel bambino, divenuto ormai un ragazzo, condividono i loro pensieri, le loro paure, i loro desideri, le loro ferite. La ragazza ricorda bene come l’avevano messa in guardia:
< non capisce le battute perché non coglie l’ironia >
< non parlare per metafore perché il linguaggio letterale è l’unico che può capire >
< offrigli sempre delle strategie perché lui non è in grado di ricercarle da solo >.
Oggi quel bambino la capisce l’ironia e ti prende anche in giro, ride alle battute e interpreta correttamente le espressioni facciali di chi ha di fronte, non solo comprende le metafore, se le inventa!

Entrambi sanno che le loro strade stanno per dividersi. Lui sa che sta diventando grande, lei sa che altri Incontri l’attendono. Non mancheranno nuovi ostacoli, nuove preoccupazioni ma alla fine si sa che ogni storia, se è stata davvero autentica, finisce sempre con un <e vissero tutti felici e contenti>.
Lui è un ragazzo di 14 anni con sindrome di Asperger, protagonista della storia e artista dei disegni che vi hanno accompagnato nella lettura.
Lui è stato il mio speciale autismo!
-Shake your mind-
Alessia
Se volete saperne di più sulla sindrome di Asperger qui trovate il mio primo articolo!

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